Anil Seth dell’Università del Sussex spiega alla BBC come la percezione del mondo esterno sia un processo creativo del cervello, non una semplice riproduzione.
“A noi sembra ci sia un mondo oggettivo là fuori, in realtà sono soltanto segnali ambigui a cui il cervello cerca di dare un senso: questa è la percezione”, dice il neuroscienziato.
In sostanza, non “leggiamo” il mondo in un processo passivo, lo creiamo attivamente “interpretandone” le tracce sensoriali.
“Noi percepiamo il mondo nel modo a noi più utile, per sopravvivere…”